La storia dei Cilindri Egiziani

Se tu facessi una breve ricerca in internet e sui libri di storia, ti accorgeresti che molte statue raffiguranti i Faraoni egiziani, solo di un certo periodo storico, sono state rappresentate con in mano qualcosa che sembra assomigliare a dei cilindri.

Le spiegazioni per capire cosa fossero tali "cilindri" si sono succedute nel tempo, fino a pensare che fossero contenitori per papiri, manici per barelle e così via. Cosa sono quei Cilindri? Perché molti Faraoni li usavano?

Il Faraone era spesso rappresentato con dei cilindri in mano, uno a destra e uno a sinistra. Quello di sinistra rappresentava il femminile, la luna, lo yin, ed era di zinco e argento. Quello di destra rappresentava il sole, il maschile, lo yang, ed era di oro e rame. Rame e zinco sono i due classici poli della pila elettrica! I Cilindri erano riempiti con della sabbia bianca di quarzite e altri minerali.

Gli egiziani avevano scoperto che i Cilindri amplificavano l'energia vitale. I Cilindri amplificano la forza mentale della persona per cui le danno la possibilità di realizzare i propri sogni nella realtà.

Ai tempi dei Faraoni ve ne erano diversi tipi ed alcuni potevano essere toccati solo da determinate classi sociali.

I sacerdoti (e anche il Faraone, in quanto primo sacerdote di Ra) erano gli unici autorizzati ad utilizzare i cilindri di cristallo puro: dovevano eseguire un addestramento di 22 anni. I Cilindri di cristallo, i più preziosi, gli permettevano di 'unirsi al futuro'. Il Sacerdote stringeva il cilindro per 5 minuti o più e in un preciso momento previsto dal rituale egli "costruiva il futuro" attraverso un processo di visualizzazione.

Questo ENERGIA MENTALE agiva sui canali sensoriali, permettendo alla persona di godere effettivamente dell'odore, della visione e del suono del futuro desiderato. Le immagini appaiono in ogni varietà di colori e sono conservate dalla coscienza finché questo desiderio è piacevole per la persona.


Ramesse II


I cilindri di Pepi II e gli originali al Museo di New York


Antionous e Ramesse II


Micerino

Per la prima volta dopo millenni di distanza dagli antichi faraoni egiziani, il mistero di questi cilindri viene a galla grazie ad una descrizione che un diplomatico polacco dell'inizio del '900, il Conte Stefan Colonna Walewski, ne fa in uno strano manoscritto conosciuto come Il manoscritto dello Yoga Caucasico.

Purtroppo di questo Conte Walewski si hanno poche notizie biografiche, tutte imperniate sul suo arrivo come diplomatico a New York verso la fine degli anni venti, dove divenne un personaggio famoso per la generosa filantropia e per il suo negozio, Esoterica, nel quale vendeva oggetti di arte orientale, antichità e curiosità archeologiche che gli arrivavano misteriosamente.

A New York si narrava che Esoterica fosse la porta di un altro mondo nel quale la magia, i demoni e i talismani erano reali quanto la metropolitana e le insegne al neon. Walewski stesso raccontava che, nel corso della sua attività diplomatica per il governo polacco, dovette compiere molti viaggi in Europa e in Asia Minore.

In particolare, negli anni venti, durante un soggiorno nelle montagne del Caucaso, incontrò, in maniera fortuita, i membri di una setta zoroastriana che lo accolsero a patto di non divulgare notizie riguardo al loro gruppo.

Dai suoi maestri egli ricevette molti insegnamenti di potere tra cui quello di riuscire, appunto, a “richiamare a sé qualsiasi oggetto".

Per conferma di quanto citato circa la sua attività politica e la sua vita ecco il necrologio che apparve sul New York Times il 22 maggio 1955 quando morì all'età di 58 anni:

Proprio in onore al Conte Walewski il primo dei modelli dei cilindri è chiamato KONT, cioè CONTE.

Questi che vedete potrebbero essere i Cilindri originali costruiti negli anni '20 dal Conte Walewsky a New York ed oggi a San Pietroburgo:

Il Conte Walewski, una volta arrivato negli Stati Uniti, trascrisse, nel suo inglese allora ancora approssimativo, gli appunti che gli erano stati dettati in persiano e in russo dai suoi maestri.

Mentre era ancora in vita, egli mostrò a pochissime persone il manoscritto originale dello Yoga Caucasico, che fu pubblicato per la prima volta nel 1955 poco prima della sua morte, in sole mille copie. Il testo rac­chiude tecniche di yoga indiano e tibetano e, soprattutto, inedite pratiche caucasiche di origine zoroastriana che, secondo alcuni studiosi, sono le medesime che apprese Gurdjieff durante la sua giovinezza.

Qui di seguito due chicche: la prima è una delle pagine originali del Manoscritto dove si parla dei Cilindri, la seconda è uno Specchio Tibetano che il Museo Mericano di Storia Naturale di New York comprò direttamente dal Conte Walewsky nel 1947 (riferimenti qui):

pagina originale del Manoscritto dello Yoga Caucasico


lo specchio tibetano del Conte Walewsky

Gli editori della seconda edizione, pubblicata nel 1985 in California raccontano che quando Falcon Press stampò negli anni ’50 la prima edizione, un gruppo qualificatosi come “Mas Das Nin" (questa è la pronuncia che essi ricordano) si rivolse al tribunale affermando che il manoscritto rivelava i loro insegnamenti più segreti.

A quanto pare fu data ragione al gruppo e venne ordinato di distruggere tutte le copie ancora in vendita: solo 300 delle 1000 copie stampate riuscirono a circolare.

La seconda edizione californiana non ebbe di questi problemi, ma la sensazione di avere a che fare con un testo straordinariamente prezioso (e anche un po’ pericoloso) è rimasta a tutti coloro che ne sono venuti a contatto. L’edizione italiana è stata curata dalla Venexia Edizioni nel 2003.

Circa l'uso, le caratteristiche e la preparazione, il Manoscritto del Conte Walewski contiene una serie di indicazioni utili ai ricercatori:

“I cilindri del potere erano noti e utilizzati sin dai tempi più remoti, mentre il segreto della loro preparazione era prerogativa di pochi iniziati. [...] I due cilindri tenuti in mano dalle figure erette sono delle impugnature di immenso potere simile all’elettricità e rilasciano questa energia nel corpo immagazzinandola nei gangli unipolari e nel fluido spinale; in questo modo l’energia aumenta del cento per cento e dura un giorno e una notte per ventiquattro ore."

– Conte Stefan Colonna Walewski Il Manoscritto dello Yoga Caucasico – Pg. 161 - Venexia Edizioni


Facsimile del Manoscritto originale del Conte Walewski

La dottoressa Svetlana Gorbunova nel 1994 viene contattata da un insegnante di fisica di un liceo russo, V.P. Kotvtun, che mostra a lei ed al suo gruppo di ricercatori alcune pagine tratte dal Manoscritto in cui c'è la descrizione per la costruzione dei Cilindri dei Faraoni. 

L'interesse si fa grande e il gruppo di ricercatori della dottoressa Svetlana Gorbunova realizza la prima coppia di cilindri chiamandoli Cilindri dei Faraoni e fornendogli il nome di KONT in onore al Conte Walewsky. 

Successivamente il gruppo di ricercatori entra in possesso di una enorme quantità di appunti che permette loro studi maggiormente approfonditi grazie a dati provenienti da studi eseguiti negli USA nel cinquantennio 1914-1964.

In parallelo agli studi tecnici, vengono eseguiti anche ricerche mediche e in Russia sono molti i ricercatori che dimostrano che i Cilindri dei Faraoni determinano una significativa influenza sul benessere del corpo, sia a livello energetico che fisico.

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