Approfondimenti sull'acqua di shungite

Questo redazionale di Arcangelo Miranda ci può aiutare a comprendere i pro e i contro circa l'uso in acqua da bere della pietra di shungite non levigata che potrebbe rilasciare elementi tossici possibile causa di problematiche neurologiche.

Iniziamo immediatamente esprimendo la nostra preoccupazione: secondo la nostra opinione, bere acqua trattata con shungite nera, comunemente reperibile a pochi euro al chilo, potrebbe comportare rischi. Tuttavia, Vadim Zeland, nel suo libro TRANSURFING VIVO, la promuove con grande enfasi...

Va detto subito che, secondo noi, Vadim Zeland potrebbe non riferirsi alla shungite nera, ma piuttosto alla shungite Èlite; la confusione potrebbe derivare dall'interpretazione inaccurata delle informazioni provenienti da culture diverse, a causa della mancanza di comprensione del loro modo di esprimersi.

Il tema dell'acqua trattata con shungite nera rappresenta uno di quei casi.

Caratteristiche della shungite

La shungite è un minerale tipico della Repubblica di Carelia, regione nord-occidentale della Russia. Questo minerale ha caratteristiche uniche, e la peculiarità principale risiede nella sua molecola, che è composta da una particolare forma di carbonio aggregato in una configurazione simile a quella di un pallone da calcio; questa molecola è conosciuta come fullerene. Il carbonio può aggregarsi formando palloni con 70 atomi, ma per quanto riguarda la shungite, troviamo carbonio 60 (fullerene C60) o carbonio 70 (fullerene C70).

il carbonio nelle sue forme allotropiche

Questo riguarda l'elemento principale, il carbonio. Tuttavia, esistono vari tipi di shungite, classificati come Tipo 1, Tipo 2, Tipo 3, Tipo 4 e Tipo 5, in base alla concentrazione di carbonio-fullerene nella pietra. Solo il Tipo 1 e il Tipo 2 possono essere considerati di "ottima qualità" in quanto contengono almeno oltre il 30% di carbonio-fullerene. Gli altri tipi di shungite contengono quantità così basse di fullereni che non possiamo definire questo aggregato minerale "shungite". Dalla Tipo 3 in poi parliamo di tracce di shungite anziché shungite stessa.

Molti fornitori russi che si trovano online potrebbero essere fraudolenti, nel senso che paghi ma non ricevi mai i loro prodotti (alcuni rivenditori hanno subito ingenti perdite finanziarie). Inoltre, alcuni venditori di shungite, anche europei, potrebbero vendere shungite di Tipo 3, 4 e 5 facendola passare per shungite di Tipo 2. La Tipo 1 non può essere confusa con le altre, vediamo il motivo.

Shungite Tipo-1 e Tipo-2

Esiste una sostanziale differenza tra la shungite di Tipo 1 e le altre; la differenza chiave risiede nel fatto che la Tipo 1 contiene fino al 98% di carbonio-fullerene e non può essere lavorata poiché non è cristallina, quindi non è possibile darle forme definite. Ricordiamo che il carbonio è una sostanza allotropica, il che significa che una sequenza di atomi di carbonio può dar luogo a diverse sostanze con caratteristiche diverse, a seconda di come gli atomi sono legati tra loro. Per questo motivo, il carbonio può essere diamante, grafite, carbone e fullerene della shungite, oltre ad altre forme.

La shungite Elite è esteticamente affascinante, con un meraviglioso colore antracite e uno specchio, ma non può essere lavorata poiché i fullereni sono disposti in strati, simili alle pagine di un libro. L'unica cosa che si può fare con fatica è inserirci un gancetto per trasformarla in un pendente o un portachiavi, ma non altro.

E qui entriamo nel cuore della questione: mentre la shungite Èlite è composta circa dal 98% di carbonio-fullerene, la shungite Tipo 2 contiene solo il 30% di carbonio-fullerene, tenuto insieme da un altro 65% di materiali. Sono proprio questi "altri" ingredienti che permettono di lavorarla per creare piramidi, sfere, cubi e anche gioielli come braccialetti, orecchini e collane.

Ora, affrontiamo il problema dell'acqua trattata con shungite: nella Tipo 2, oltre al 30% di carbonio-fullerene, troviamo mediamente i seguenti elementi chimici:

  • 57% di biossido di silicio
  • 6% di triossido di titanio
  • 2,5% di ossido di ferro
  • 1,1% di ossido di magnesio
  • 0,6% di ossido di calcio
  • 0,2% di ossido di sodio
  • 1,5% di ossido di potassio
  • 1,1% di zolfo
  • 4% di triossido di alluminio

Ed è proprio su questo 4% di ossido di alluminio che potrebbe sorgere il problema: una buona parte della comunità scientifica ritiene che l'alluminio sia correlato alla malattia neurologica nota come Alzheimer. L'alluminio è un metallo che interferisce con i segnali elettrici del cervello e ne altera le condizioni; le lattine di alluminio contenenti bevande sono rivestite di plastica per evitare la corrosione e il rilascio di alluminio.

Analogamente, è raro trovare pentole in alluminio in vendita per uso domestico, a meno che non siano rivestite (antiaderenti); tuttavia, nelle cucine professionali si continuano ad usare pentoloni in alluminio per risparmiare tempo ed energia, anche se purtroppo alcuni farmaci comuni contengono alluminio (ad esempio, alcuni antiacidi).

Questo solleva dubbi sul perché questo elemento dannoso per la salute neurologica non sia ufficialmente dichiarato pericoloso dalla comunità scientifica. E se ciò non bastasse, non possiamo dimenticare le lunghe dispute sul mercurio, che potrebbe essere correlato all'autismo, ma non è stato vietato poiché è presente negli amalgami dentali.

Non si dovrebbe mai mettere il foglio di alluminio a contatto con cibi acidi, specialmente il pomodoro, né leccare il film-coperchio dallo yogurt, poiché in questo modo si assume anche il sale di alluminio che si forma dalla corrosione del cibo acido con la pellicola metallica (sulla scatola della pellicola di alluminio c'è l'avvertimento di non mettere a contatto con cibi acidi, verifica...).

Considerando che l'acqua che usiamo è fondamentalmente acida, potresti cominciare a ipotizzare ciò che vogliamo comunicare di seguito...

Vadim Zeland e Transurfing

Vadim Zeland, nel suo libro TRANSURFING VIVO (Macro Edizioni), ha posto l'attenzione sull'uso della shungite cristallina per trattare l'acqua, come aveva già fatto lo Zar Pietro I più di 300 anni fa.

Nel tardo XVII secolo, lo Zar Pietro I, afflitto da varie malattie, venne consigliato dai medici di corte di lasciare San Pietroburgo per qualche settimana e spostarsi 400 km più a nord, nell'area della città di Shunga, "perché là la gente guarisce".

E così accadde: dopo alcuni giorni di vacanza, Pietro I si sentiva notevolmente meglio, tanto da promulgare un editto che obbligava tutti i soldati dell'impero a trascorrere 15 giorni all'anno in "vacanza" nel resort termale Acque Marziali, costruito a Shunga.

Inoltre, prima della partenza, ogni soldato doveva mettere una pietra di shungite Èlite nello zaino, da immergere nell'acqua prima di berla, affinché, in 30 minuti, l'acqua diventasse batteriologicamente pura, se necessario.

Dall'ingresso alla fontanina del resort Acque Marziali ricostruito nel XIX secolo

Ad esempio, la concentrazione di microbi pericolosi come lo streptococco Enterococcus sembrava diminuire di 100 volte durante questo periodo, mentre gli streptococchi, responsabili di infezioni acute e croniche (scarlattina, mal di gola, impetigine, ectima, febbre reumatica, nefrite, ecc.), diminuivano di diverse centinaia di volte. Dopo 3 giorni, l'acqua trattata con shungite assumeva anche importanti proprietà energetico-vibrazionali. Fu proprio in estate, durante la guerra contro gli svedesi, che l'Impero Russo vinse contro un esercito svedese afflitto da dissenteria per aver bevuto acqua del fiume contaminata da batteri.

Quando Vadim Zeland afferma: "...bevo acqua dove ho precedentemente lasciato a riposare carbone di shungite...", si riferisce alla shungite Èlite, che è carbonosa al 98%.

Noi, preoccupati per il rischio di malattie neurologiche, abbiamo deciso di sconsigliare di bere acqua trattata con frammenti o scaglie di shungite NON di Tipo 1, poiché questi frammenti potrebbero rilasciare nell'acqua tracce di alluminio dannose per la salute neurologica. In realtà, noi non possiamo proprio consigliare di usare pietre nell'acqua da bere, ma possiamo solo preparare questi kit ed ognuno ne fa quel che vuole.

La proporzione tra acqua e shungite è di 100 grammi per ogni litro d'acqua, ma la Èlite ha un costo approssimativo di più di 100 euro per 100 grammi. Al contrario, è noto che in tutto il mondo, 100 grammi di frammenti di shungite (non Èlite) vengono venduti a 3 o 4 euro e le persone bevono acqua con queste pietre, che probabilmente rilasciano alluminio.

Inoltre, devi considerare che per la Tipo 2, contenente il 30% di carbonio, dovresti usarne circa 300 grammi per litro per ottenere lo stesso effetto di pulizia ed energizzazione ottenibile con 100 grammi di Èlite, che contiene tre volte la quantità di fullereni.

Lo Zar Pietro, ricordiamo, quando trasse beneficio dalla cura con la shungite, si trovava a Shunga e aveva imposto ai suoi soldati di portarsi questa pietra nello zaino. In tutto il mondo, solo a Shunga si trova la Èlite. L'acqua energizzata con shungite che non è Èlite potrebbe rappresentare una pericolosa fonte di alluminio.

La Shungite di Tipo 2 non proviene da Shunga, ma dai territori attorno al lago Onega, su cui si affaccia anche Shunga.

Ci sono ulteriori rischi legati ad altri due fattori:

  1. A parità di peso, l'uso di sassi o scaglie anziché una singola pietra comporta una superficie di contatto dell'acqua molto maggiore (come quando tagli una mela a metà e otteni più superfici oltre alla buccia), aumentando il rilascio di residui.
  2. La shungite non levigata rilascia molto più facilmente rispetto a un pezzo levigato; se tocchi la shungite non levigata, le tue mani si sporcheranno di nero, mentre non accade toccando la shungite levigata (sferica, piramidale, cubica, ad esempio).

Detto questo, l'uso di scaglie o sassi di shungite, specialmente se non levigati, comporta un rilascio estremamente elevato di alluminio. Tuttavia, c'è un modo per utilizzare la shungite di Tipo 2 per trattare l'acqua potabile: se non puoi utilizzare la Èlite perché difficile da reperire e costosa, puoi utilizzare un cubo di Tipo 2 levigato da 5 cm (peso approssimativo 220 grammi) o uno da 7 cm (peso approssimativo 720 gr).

Un cubo di queste dimensioni costa molto poco e il rilascio di sostanze tossiche è praticamente nullo, ma è importante controllare periodicamente che sulla sua superficie non si verifichi corrosione causata dall'acqua che utilizziamo, tipicamente acida (se noti alterazioni o perdita di lucentezza sulla superficie del blocco, significa che l'acqua che usi è troppo acida e non va bene). Inoltre, con un blocco unico come un cubo, la superficie di contatto con l'acqua è notevolmente inferiore rispetto alla stessa quantità in peso di sassi più piccoli o scaglie, riducendo così la superficie di esposizione e di rilascio: in questo modo non si avrà neanche il problema delle pietre non levigate che, urtando tra loro, rilascerebbero continuamente polveri contenenti alluminio.

Teniamo a mente che siamo interessati all'energizzazione dell'acqua con shungite e non al suo contenuto chimico.

articolo a cura di
Arcangelo Miranda

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